Per molti di voi, questo uomo non necessita di presentazioni!

Stanislav Shekstelo, è un uomo che ti strega subito con la sua simpatia e la sua professionalità. Chi ha visitato la centrale nucleare di Chernobyl, durante uno dei miei tour, ha avuto modo di conoscerlo e apprezzarne la personalità, nonchè la grande preparazione sul tema. Lui è il PR Manager all’interno del ChNPP (Chernobyl Nuclear Power Plant). Il suo è un lavoro di grandissima importanza divulgativa. E’ lui che ci accompagna fino nelle profondità più inaccessibili dell’impianto nucleare, raccontandoci la storia e il funzionamento di un reattore RBMK.

Stanislav è nato in Ucraina nel 1956. Dopo aver conseguito il diploma alla scuola secondaria, si è arruolato nell’esercito dell’URSS, come era d’obbligo a quei tempi. E’ stato un meccanico di carri armati nella regione di Mosca dal 1974 al 1976. Al termine della leva, ha frequentato l’università di lingue straniere a Kyiv e dopo la laurea ha insegnato inglese e francese nelle scuole secondarie in Ucraina fino al 1987. In conseguenza all’incidente di Chernobyl, è stato chiamato a occuparsi della costruzione di Slavutych, la città che doveva ospitare i lavoratori della centrale nucleare (ve ne ho parlato in questo articolo: https://www.francescagorzanelli.it/chernobyl/slavutych-la-gemella-di-pripyat/). Lui stesso vive a Slavutych e ogni giorno prende il treno che la collega direttamente all’impianto per recarsi al lavoro. Dal 1990, infatti, lavora stabilmente presso ChNPP. Il suo ambito di lavoro è quello delle relazioni pubbliche, sia con delegazioni di scienziati, politici, studiosi, giornalisti, che con semplici turisti. Nelle nostre chiacchiere via chat, mi ha raccontato di come non possa dimenticarsi l’anno 2000 durante il quale accompagnò 350 delegazioni in visita alla centrale. Per lui fu un lavoro duro, in tempi diversi da oggi, tempi in cui la centrale non era ancora organizzata alle visite, ma sostiene che fu estremamente appagante. E come non credergli? Poter spiegare una centrale elettronucleare alle persone è qualcosa di incredibile di per sè, figuriamoci spiegarla e mostrarla in loco. Avete idea di cosa significhi camminare su un reattore nucleare? Bene, il suo compito è quello! Molti di noi hanno avuto modo di apprezzarne la professionalità, già dalla vestizione negli spogliatoi quando, prima di iniziare il tour, controlla che tutti abbiano indossato correttamente i dispositivi di sicurezza. Poi i controlli al metal detector, i controlli sanitari per il livello di Cesio-137 presente nel corpo di ognuno di noi, la lunga camminata attraverso il Golden Corridor e quelle porte anni ’70, viste solo nei film, che gli vengono aperte dopo veloci telefonate attraverso apparecchi che oggi vediamo solo sui banchi dei mercatini di antiquariato. Poi l’ingresso in quelle stanze dove si è fatta la storia! Se nel 2015 mi emozionò in modo indescrivibile entrare nella control room del reattore 4 (https://www.francescagorzanelli.it/chernobyl/sala-controllo-reattore-4-centrale-nucleare-di-chernobyl/), ora affermo, senza ombra di dubbio, che la cosa più emozionante è camminare sulle barre di controllo del reattore 3. E’ Stanislav che ci accompagna fino a quel punto, spiegandoci come comportarci, cosa fare e cosa non fare, cosa possiamo fotografare e cosa no. Lui è la nostra Bibbia all’interno del ChNPP. Poi lo Skala, una stanza incredibile dove tanti cervelloni elaboravano fiumi di dati al fine di monitorare la corretta attività dei 4 reattori in funzione. L’ultima tappa del tour, dopo il pranzo alla mensa della centrale nucleare, è il padiglione di osservazione sul New Safe Confinemente (ve ne parlo qui: https://www.francescagorzanelli.it/chernobyl/new-safe-confinement-il-nuovo-sarcofago-di-chernobyl/). Se in passato l’impianto nucleare di Chernobyl era un “segreto di stato”, oggi è diventato un luogo accessibile a tutti, prima che venga completamente decommissionato (smantellato) e questa, a parere mio, è una cosa importantissima, un’opportunità unica per capire davvero cosa successe 34 anni fa e capirne realmente le conseguenze, sanitarie e sociali. Il nostro Stan (come lo chiamo io confidenzialmente), insieme ai suoi colleghi del ChNPP, svolge questo fondamentale lavoro di divulgazione e lui, inoltre, è membro dell’Unione Nazionale dei Giornalisti dell’Ucraina ed è autore (e coautore) di centinaia di articoli e opuscoli sull’argomento di Chernobyl.

Ma oltre ad essere un grande professionista, chi è lo Stanislav uomo? Nella vita privata è sposato e ha un figlio che vive a L’viv. Nel 1986 vivevano a circa 180 km dall’impianto nucleare. Sia lui che la moglie insegnavano inglese a scuola, in un villaggio a circa 30 km da Kyiv. Il 26 Aprile, giorno dell’incidente stavano lavorando nell’orto, piantando patate, mentre il figlio giocava a calcio con gli amichetti. Ricorda che era un sabato particolarmente caldo con un bel cielo sereno. A loro non era ancora arrivata nessuna notizia dell’incidente e così fu fino all’annuncio pubblico di Gorbachov, il 14 Maggio 1986. Anche dopo l’annuncio ufficiale non si erano resi conto della vera gravità dell’incidente. I toni del Presidente Sovietico minimizzavano volutamente la situazione, al fine di non diffondere il panico tra la popolazione. Qualche tempo dopo, il direttore della scuola dove Stanislav era insegnante, gli propose di accompagnare la classe nella regione di Odessa, in un campo estivo, con un treno dedicato, al fine di allontanare i bambini da Kyiv, che poteva essere investita dalla nube radioattiva. Questo fu il suo primo vero contatto, seppur indiretto, con Chernobyl. Il suo primo contributo in un primo step di liquidazione.

Certo Stanislav racchiude in sè, come tanti suoi coetanei, alcuni momenti fondamentali e critici della storia del ‘900 dell’Est Europa e del mondo intero. Il disastro di Chernobyl l’ha interessato in prima persona, in quanto cittadino ucraino e in quanto lavoratore. La dissoluzione dell’Unione Sovietica idem. Per molti fu una liberazione, per molti una catastrofe, qualcuno perse persino la vita nella miseria che ne seguì. Lui ha avuto una grande opportunità professionale all’interno del ChNPP e di questo ne è grato e lo si percepisce, senza alcun dubbio, durante i suoi tour. Certo non va dimenticato, per come andarono le cose, che seppur l’incidente venne malamente gestito dal Governo Sovietico, tra menzogne e gravi errori operativi, nel momento della liquidazione del disastro si riscattò in modo eccelso. E’ grazie al lavoro svolto dai liquidatori se oggi la Zona di esclusione di Chernobyl non è più una minaccia per l’uomo e per il pianeta. (dei liquidatori ve ne ho parlato in questo articolo: https://www.francescagorzanelli.it/chernobyl/i-liquidatori-di-chernobyl-eroi-del-secolo-scorso/)

Stanislav doveva essere tra gli invitati protagonisti della mia “I°Convention-Diario di un viaggio a Chernobyl”, che doveva svolgersi il 25-26 Aprile 2020 a Bibbona (LI) per le commemorazioni del 34simo anniversario del disastro nucleare. Avere ottenuto la fiducia del ChNPP che mi avrebbe concesso la sua punta di diamante proprio nel giorno dell’anniversario, quando la centrale è sotto i riflettori del mondo intero e nel pieno delle celebrazioni con autorità locali, Presidente della Repubblica Ucraina incluso, mi aveva riempito di orgoglio per la stima che è stata riconosciuta al mio lavoro e al mio impegno nel mantenere viva la memoria. Purtroppo, la pandemia da Covid-19, ci ha costretti a rimandare l’incontro. E sarà allora che lui in persona vi racconterà tutto ciò che dovete sapere sulla centrale nucleare più tristemente nota.

Grazie Stanislav, per la tua professionalità, la tua simpatia, la tua disponibilità e la tua preziosa amicizia! Ti aspettiamo in Italia!