Il Cafè Pripyat era il luogo di ritrovo e di svago della città. E’ forse il luogo più popolare della Zona di esclusione, ora come allora.
Il Cafè sorge sulle rive del fiume Pripyat, proprio dove il corso d’acqua crea una sorta di lago. Ed è grazie a questa rientranza creata dal letto del fiume che si poteva usare come luogo di partenza per crociere turistiche che raggiungevano anche la capitale. Pripyat era talmente moderna e all’avanguardia che spesso, nei fine settimana, gli abitanti di Kyiv si spostavano per andare a godersi il tempo libero tra shopping e passeggiate. (Nell’articolo a questo link vi parlo della città: https://www.francescagorzanelli.it/chernobyl/pripyat-un-gioiello-citta/)
La sua posizione si rivelava strategica anche per la collocazione urbanistica, al termine di via Sportivna, dirimpetto ai palazzi e vicino all’ospedale. Un luogo dove sovente si fermavano anche medici e infermieri a scambiare due chiacchiere in relax. La vegetazione creava un angolo di freschezza dove trascorrere il tempo libero. Ancora oggi sopravvivono le bellissime panchine sulla terrazza che affaccia sul fiume, proprio laddove il sole va a tramontare. Una lunga ed elegante scalinata collega il Cafè alla riva e al molo da dove partivano le motonavi “Raketa” e “Meteor”.
Questo locale è ancora popolarissimo tra i visitatori della Zona perchè si rivela un vero museo open air.
Nel cortile sono ancora visibili i distributori di “Bода” (acqua). Uno per l’acqua naturale e uno per l’acqua gasata, acquistabile con l’aggiunta di 1 Kopeco. Oppure, per 3 Kopechi, si poteva acquistare il “Kbac” direttamente dal distributore automatico. (In questo articolo vi racconto la storia del Kvass: https://www.francescagorzanelli.it/chernobyl/kvas-la-risposta-sovietica-alla-coca-cola/)
Questo era il luogo perfetto dove celebrare feste di compleanno, di fine scuola, matrimoni. Ed è proprio al Cafè Pripyat che, nel 1977, si tenne la festa di messa in attività del primo reattore della centrale nucleare.
Anche durante l’inverno era molto frequentato perchè si poteva pattinare sul fiume ghiacciato. Un vero e proprio luogo paradisiaco.
Ma, senza ombra di dubbio, ciò che lo rende davvero speciale sono le vetrate composte da stupendi mosaici creati con listarelle di vetro. Una composizione particolarissima che, all’ora del tramonto, regala giochi di luce incredibili.
Queste listarelle di vetro sono affiancate l’una all’altra creando le immagini di due ragazze al modo tipico sovietico. I lineamenti dei volti sono ben squadrati, come l’architettura brutalista voleva. Rappresentano la prosperità attraverso le quattro stagioni e gli elementi della natura. Infatti possiamo riconoscere la pioggia, la neve, il grano e i fiori che cadono dalle mani delle ragazze. E il Sole e il vento che una ragazza soffia attraverso una lunga cannula.
Un’opera unica e meravigliosa, anche nella sua decadenza, che il tempo ci sta inesorabilmente portando via.
Infatti questi stupendi mosaici stanno cedendo sotto il peso degli anni di abbandono, flagellati dalle intemperie e dalle mani di turisti disinteressati, che visitano la Zona come fosse il luogo delle scorribande che vivono nei video games. Purtroppo il Cafè Pripyat è uno dei luoghi più visitati della Zona, meta di migliaia di turisti al giorno, molti dei quali sono più interessati a portare a casa il selfie instagrammabile che ad ammirare la bellezza di queste opere d’arte e il messaggio in esse contenute.
Io, nel mio piccolo, voglio commemorare questo luogo a imperitura memoria, per quando un giorno (non troppo lontano) entrando nel salone, non troverò più quelle bellissime ragazze composte di mille colori, ma solo un ammasso di vetri schiantati a terra.