Il centro ricreativo “Emerald” è situato nella foresta tra Chernobyl e Pripyat.  Si tratta di un campo vacanza dove i bambini della zona trascorrevano l’estate. 
Organizzato con carinissime casette di legno decorate con personaggi dei cartoni animati, era dotato di biblioteca, market, sala da ballo, cinema e attracco per le barche. Era un posto tranquillo per rilassarsi nella foresta, lungo il fiume Pripyat, con aria pulita e splendidi paesaggi. Al centro si può ancora vedere un acquedotto per la distribuzione dell’acqua alle casette. 
Dopo l’incidente alla centrale queste casette vennero utilizzate per ospitare i liquidatori, ovvero coloro che lavorarono duramente per ripulire il tetto esploso e costruire, di tutta fretta, un sarcofago di contenimento per il reattore 4. Questa zona, infatti, è purtroppo altamente contaminata.
Visitai questo luogo per la prima volta nel 2015, al termine del mio primo viaggio, dopo cinque giorni nella Zona di esclusione e
fu per me davvero un colpo al cuore. 
Portavo già addosso la stanchezza di giorni vissuti fuori dal mondo e una pesantezza nell’anima dovuta a tutto ciò che avevo visto e vissuto.
Camminando nel fitto della foresta, all’improvviso apparvero queste casette, coloratissime, a perdita d’occhio e, ovunque lo sguardo volgesse, giochi di bambini, disegni, lettini, copertine. 
Tutto si può sopportare se coinvolge gli adulti, ma quando si percepisce la presenza di bambini, il cuore fatica a reggere l’emozione e la rabbia. 
Come già ho detto tante volte in passato, la nostra mente è abituata a vedere immagini di distruzione dovute a guerre che flagellano il nostro pianeta in ogni dove. 
Ma di norma, dopo la distruzione c’è una ripresa, si parte con la ricostruzione. Le persone cercano di ritornare alla propria vita, ricostruiscono gli edifici e tornano a popolare le loro terre martoriate. Qui invece si vive un paradosso tremendo. Nessuna distruzione, se non il decadimento naturale dovuto agli anni che passano. Nessuna distruzione, come nessuna ricostruzione. Nessun popolo che potrà tornare alla propria terra. Nessuna ripresa. 
Il nulla. Solo i ricordi tengono vivo questo luogo. 
E spero che qualche mia fotografia possa aiutare a fissare qualche pensiero edificante nelle coscienze di chi legge.

11 Aprile 2020, le casette del campo estivo non esistono più, sono state spazzate via dai terribili incendi che hanno interessato la zona prospiciente alla cittadina di Chernobyl. Un altro pezzo di storia è andato perso a causa della follia dell’uomo. E’ confermato dai pompieri dell’Oblast di Kyiv, che questi incendi sono tutti di matrice dolosa.